Ceramiche di Capodimonte - La Storia

24.09.2014 11:37

La porcellana di Capodimonte rappresenta un vanto dell’artigianato Made in Italy, una porcellana che si presenta sotto forma di vere e proprie opere d’arte nate dal genio dell’artista che le realizza. Queste particolari ceramiche prendono il nome da Capodimonte, una zona collinare di Napoli in cui iniziò la storia di questo prodotto.

Le origini di questa porcellana risalgono al 1743 quando re Carlo di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia fondano la Real Fabbrica di Capodimonte all’interno della Reggia di Capodimonte, divenuta oggi sede del celebre Museo di Capodimonte.

Carlo di Borbone, tuttavia, divenuto re di Spagna decide di trasferire lì la fabbrica di porcellana fino a quando, nel 1773, suo figlio Ferdinando IV succede al trono e decide di riportare la fabbrica a Napoli, dapprima nella Villa Reale di Portici e poi presso Palazzo Reale, chiamando a lavorare in questa fabbrica tutti gli artisti italiani più bravi.


La particolarità di questa ceramica deriva dal fatto che nel sud Italia mancava uno dei componenti principali per la realizzazione della ceramica, il caolino. Il risultato, quindi, è un impasto in cui l’assenza di questo elemento è compensata da alcune argille che conferiscono all’impasto un colore bianco latte e una consistenza che si ritira del 20% durante la fase della cottura, circostanza che contribuisce a conferire a queste porcellane il loro aspetto tipico.

La prima fase della lavorazione prevede la creazione di un modello di gesso che viene realizzato scolpendo a mano un blocco di gesso nel quale verrà riversato l’impasto liquido.

Per dare spessore all’oggetto si lascia essiccare brevemente la porcellana liquida nello stampo, quella in eccesso viene riversata e si ottiene così l’oggetto crudo. Segue la fase della rifinitura. Il rifinitore elimina eventuali sbavature o imperfezioni che si possono verificare in fase di colaggio. In alcuni casi, tuttavia, come ad esempio nel caso di una composizione floreale, l’artista plasma a mano i particolari dell’oggetto, in questo caso i petali e le foglie dei fiori.

Alla lavorazione segue la fase della cottura, che ha una durata che oscilla tra le 8 e le 12 ore, e ad una temperatura di 1250 gradi, da cui si ottiene l’oggetto in biscuit di porcellana. Poi quella della decorazione, dove il decoratore dipinge manualmente  l’oggetto biscuit in porcellana e, infine, una seconda cottura, più breve, a 750 gradi, che serve a fissare bene i colori utilizzati per la decorazione. Questa fase mediamente durerà 8 ore. A questo punto il processo lavorativo è terminato.

Avrete tra le vostre mani un pezzo unico e di rara bellezza.

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